Nessuno Mi Crede


Autore: Mary Higgins Clark

BREVE TRAMA

Chi è Alexandra Moreland? Una promettente carriera di interior designer, un elegante appartamento a Manhattan, tutto il fascino dei suoi trent’anni, Alexandra si porta dentro una voragine: due anni prima, a Central Park, suo figlio Matthew è stato rapito. Da allora, lei va avanti come può, perennemente in bilico sull’orlo di un terribile precipizio. 

Ma proprio il giorno in cui Matthew avrebbe festeggiato il suo quinto compleanno, Alexandra fa una scoperta che la atterrisce: attraverso le sue carte di credito e i conti in banca, qualcuno sta cercando di agire in suo nome e distruggerle così la reputazione. Qualcuno che la conosce bene, e ha moltissime informazioni su di lei. 

E quando i media ricevono delle foto truccate, da cui si deduce che Alexandra avrebbe inscenato il rapimento, una cosa è chiara: dopo essersi impossessati della sua identità, ora stanno cercando di metterla a tacere del tutto. 

Perseguitata dalla stampa, controllata dalla polizia, attaccata dall’ex marito, Alexandra si ritrova così completamente sola, sostenuta soltanto dalla speranza che il figlio sia ancora vivo. È però pronta a tutto - aiutata dalla perspicace Alvira Meehan, detective dilettante - per capire chi c’è dietro l’infernale macchinazione di cui è vittima e la girandola di inganni che rischia di travolgerla. Fino a scoprire che la sua stessa vita è in pericolo e che, a scavare in certi segreti, ci si può fare molto male. 

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RECENSIONE

Non si disturbi a pregare per me, Padre. Dio si è dimenticato che esisto.” 

Apro così la recensione di Nessuno Mi Crede di Mary Higgins Clark. Ho scelto questa frase, tratta dal libro, perchè credo che lo descriva nei dettagli, nella trama e nella psiche. Zan Moreland, la protagonista, nonchè il personaggio che cita questa frase, è stata veramente dimenticata da Dio. 

Viene accusata di aver rapito proprio figlio, di avere una personalità multipla e che, quindi, non ricorda di aver fatto questo gesto orribile. Travagliata, Zan, inizia a credere che forse ciò che dicono è vero. Ci sono prove schiaccianti contro di lei. Ma non può essere vero, non può aver fatto una cosa così atroce al suo amato figlio. E se si, dove l’avrebbe nascosto? 

A tutto questo, si aggiungono acquisti a suo nome, ma che lei afferma di non aver mai eseguito. È così? Se lo fosse, qualcuno le sta rubando l’identità, qualcuno che conosce ogni suo movimento, la sua vita. Poi c’è Padre Aiden O’Birien, Padre di chiesa che, vincolato dal segreto confessionale, non può rivelare nulla, anche se fosse utile per le indagini in corso. Indizi tenuti segreti nelle menti di altri personaggi e mai, se non verso la fine, rivelati. Foto scattate che ritraggono (agli occhi di tutti) la nostra Zan prelevare il figlio dal passeggino e portarlo via, rapirlo. 

Queste sono solo alcune delle caratteristiche che ho adorato di questo libro. Messe assieme, rendono più arduo il raggiungimento del finale, cosa, a mio parere, fantastica! La seconda, è una caratteristica che viene ripetuta più volte nel corso del libro. Ad alcuni potrà sembrare forzata, ad altri noiosa, ma forse te ne innamorerai. Non ti resta che leggerlo per scoprirlo!

Un’altra caratteristica che potrebbe piacervi è che, come invece riscontriamo spesso in thriller psicologici contemporanei, le indagini non sono guidate da personaggi travagliati, con un passato buio alle spalle. Questo è di certo un punto a suo favore se ultimamente avete letto libri che invece presentano questa peculiarità, alla lunga potrebbe stufare. 

Le descrizioni dei detective sono ridotte al minimo, a malapena ne leggiamo di descrittive. Se ne aggiunge poi un terzo, principiante, che diciamo essere un co-protagonista, data la sua presenza quasi fissa. Quindi per lui è un discorso diverso, ma, fidatevi di me, non ha un passato travagliato alle spalle, anzi! 

Chi invece ha un bagaglio pesante sulle spalle, è Zan, ma è comprensibile. Nelle pagine, vediamo sorgere un amore, che solo verso alla fine, intendo proprio la fine (ultima pagina), sapremo come andrà a finire. Benchè io non sia amante della presenza di rosa, questa volta devo dire che è stato molto piacevole leggerlo. È un amore mentale, non fisico; ed è forse questa sua caratteristica che me l’ha fatto piacere! 

La Clark ci porta a New York, nella grande città ma anche in zone più tranquille e di campagna, l’ideale per chi gli piace un romanzo “all’americana”! 

Consigliato sia a chi si diletta per la prima volta in romanzi thriller e sia agli esperti del genere!
 
Parlando di me, ho intuito il colpevole un po’ dopo la metà del libro, non perchè fosse scontato (non voglio farmi i complimenti da sola eh!), ma perchè semplicemente mi è venuto un lampo di genio.
 
Nota negativa: ci sono personaggi molto simili nei nomi, ad esempio Billy, Willy. All’inizio ti scombussola, ma dopo, quando inquadri i personaggi, la lettura diventa molto scorrevole. 

Il mio voto quindi è di 4,5 stelle su 5! 

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Buona lettura,

Thriller Squad



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