V/H/S


Regia: Vari registi


Ho sempre trovato interessante la composizione narrativa delle varie antologie horror presentateci durante gli anni (recentemente abbiamo parlato dei vari ABCs of Death, Holidays, XX, ma ve ne sono molte altre che vi invito a cercare) e se vi piace il genere found footage non potete certo farvi scappare la serie V/H/S.

Questo primo capitolo in particolare, nasconde delle buone intuizioni ed è strutturato con un episodio cornice e 5 cortometraggi di vari registi, che vedremo più nel dettaglio cercando di limitare gli spoiler al massimo.


Tape 56 (diretto da Adam Wingard)

È questo l’episodio cornice, quello che lega e permette tutta la storia. Racconta di questo gruppo di coglionazzi (spesso mi trovo ad apostrofare così molti protagonisti di film horror, ma credetemi in questo caso mai aggettivo fu più azzeccato) che si intrufolano in casa di un vecchio per rubare una misteriosa videocassetta. Ovviamente ne troveranno più di una e, una volta inserite nel videoregistratore, ecco che avremo davanti i nostri cortometraggi.
L’unica roba positiva di questo segmento è che consente di introdurre tutta la faccenda, perché per il resto non offre nulla di interessante, se non appunto il costante odio per quel branco di idioti (non me ne voglia il regista che se non sbaglio è uno di loro) e il crescente fastidio per l’uso troppo amatoriale della camera.



Amateur Night (diretto da David Bruckner)

A proposito di idioti, eccone altri a rendere possibile questo cortometraggio, quello da cui è stato poi partorito il più recente Siren. Il suddetto gruppo (risicato per altro) di diversamente intellettuali va qui in cerca di un po’ di sano sballo, tra alcool, sesso e…sorpresa ecco arrivare gli occhioni di Hannah Fierman che indirizzano il tutto in una direzione non esattamente preventivata (chi ha visto Siren sa di cosa sto parlando).
L’episodio non è male, la figura di Lily e i suoi “I Like You” funziona e il sangue non viene lesinato. Vi sono pure alcuni effettacci apprezzabili (il trucco però si vede che è più grezzo rispetto a come la vedremo nel film uscito in seguito), si respira una discreta tensione, anche se poi sul finale la fanno un po’ fuori dal vaso.



Second Honeymoon (diretto da Ti West)

Qui idioti non ce ne sono, solo marito e moglie (e vabbè un terzo incomodo) che si regalano una seconda luna di miele che però non andrà proprio come era stato previsto (almeno da uno dei due sposini).
All’inizio il corto risulta lievemente noioso e onestamente non si capisce bene dove voglia andare a parare, ma col passare del tempo acquista punti, grazie soprattutto alle riprese effettuate mentre gli sposini dormono. Alcune scene meritano (a proposito, la prossima volta che vi lavate i denti cercate di indagare riguardo gli spostamenti fatti dallo spazzolino) e il finale piace in quanto non è così facilmente prevedibile.



Tuesday The 17th (diretto da Glenn McQuaid)

Ecco di nuovo ritornare un altro ristretto gruppo di diversamente intelligenti, questa volta radunati da una di loro per un tranquillo weekend di paur…ehm no volevo dire per un tranquillo weekend di campeggio sul lago (sorvoliamo sulla motivazione per la quale li ha riuniti perché è davvero pessima). Ovviamente qualcuno non li lascerà in pace.
Questo forse è il segmento peggiore e vive di sensazioni contrastanti, galleggiando faticosamente tra buone idee e stronzate ingiustificabili (che alla fine prevalgono). Il plot rimanda ai classiconi stile Venerdì 13 e l’idea del killer visibile solo attraverso la telecamera sarebbe anche potuta essere interessante, se resa meglio. Per lo meno si vede un po’ di sangue innocente e non guasta mai.



The Sick Thing That Happened To Emily When She Was Younger (diretto da Joe Swanberg)

Un corto in cui ci metti più a pronunciarne il titolo che a capire cosa sia realmente successo. Due fidanzati separati per motivi di studio/lavoro si parlano attraverso una video chat, attraverso la quale lei manifesta la sua preoccupazione a seguito di strane presenze. Ma non può immaginare di certo chi sia la vera minaccia.
E non ce lo immaginiamo neppure noi, perché la svolta finale è ciò che risolleva un episodio che, fino a lì, non è che avesse offerto molto, se non la scelta vincente (ripresa poi in seguito dai vari The Den e Unfriended di garantire le riprese tramite la video chat e di conseguenza lo schermo del PC. Questi due aspetti lo portano forse ad essere il migliore del lotto.



10/31/98 (diretto dal Gruppo Radio Silence)

I soliti coglionazzi (anche se dico “soliti”, ovviamente ad ogni episodio i personaggi, pur se accumunati da un quoziente intellettivo non esattamente elevatissimo, cambiano sempre) si ritrovano ad una festa di Halloween dove sembrerebbe esserci una ragazza vittima di un qualche rituale satanista. Liberarla però potrebbe non essere stata l’idea del secolo…
Non male quest’ultimo segmento, anche se rischia di restare un po’ anonimo, con una casa che riesce a garantire una buona ambientazione, alcuni momenti di tensione ed un finale che piace.



In definitiva vi sono, come accade sempre in queste antologie horror, alcuni segmenti meglio riusciti ed altri che forse sarebbe meglio dimenticare, ma nel complesso non ci si può lamentare, in primis per aver saputo rivalutare un supporto (le VHS) a cui sono particolarmente legato ed in secundis perché la struttura narrativa consente, anche nel caso di episodio deboluccio, di archiviarlo in fretta e di passare al prossimo.

Peccato solo per alcune riprese un po’ troppo fastidiose, ma si sa, sono rischi del mestiere.

Giudizio complessivo: 7
Enjoy,


Luca Rait


Trailer



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