Italia A Mano Armata





Regia: Marino Girolami

Prego alzatevi tutti in piedi e omaggiate quello che, a parer mio, si candida come miglior poliziottesco mai girato, sconfiggendo, seppur di poco, i vari Milano Odia…, Il Grande Racket, Il Boss e Milano Calibro 9 (non si offendano Roma, Napoli, Genova e il Gobbo, ma quei 4, dopo il capolavoro oggetto di questa recensione, ritengo siano le vette più alte del genere).

Questo Italia A Mano Armata, diretto dal pregiatissimo e poliedrico Marino Girolami (o Franco Martinelli, o un altro dei 563 nomi con cui si faceva chiamare 😁), può considerarsi l’ultimo della presumibilmente non prevista trilogia del Commissario Betti, iniziata dallo stesso Girolami in Roma Violenta, seguita dal Napoli Violenta di Umbertone Lenzi che, senza mezzi termini, scippò il Commissario all’originale creatore.

Non a caso si narra che il finale di questo film sia stato deciso proprio per evitare ulteriori furti da parte di qualcuno della cricca che, a quel tempo, era decisamente molto attiva, riuscendo a sfornare diversi prodotti all’anno. È infatti grazie a gente come appunto Girolami, Lenzi, Di leo, Caiano, Massi, Enzo G. Castellari (figlio di Marino Girolami tra l'altro) ed altri ancora che ora non mi sovvengono, se oggi possiamo godere di queste perle troppo nascoste e troppo poco tramandate.

Dicevo che qui si parla di Commissario Betti e quindi non può che prendersi la scena il grande Maurizio Merli, icona indimenticabile di quegli anni, nei panni del rude poliziotto che se ne fotte delle buone maniere e che riempie di mazzate chiunque gli rompa i cojones. Qui in particolar modo si ritrova in un palese stato di grazia e si vede proprio che ci gode a sopraffare il nemico, con quei ghigni appena accennati che lo rendono un idolo incontrastato nonostante il mestieraccio che comunque si trova a fare.


Il film si svolge tra le città di Torino, Milano e, alla fine, Genova e probabilmente è proprio questo il fattore che me lo ha fatto apprezzare ancora di più, perché vedere determinate scene svolgersi attraverso i luoghi dove si passa tutti i giorni non ha prezzo (soprattutto se l’altro film con protagonista il capoluogo genovese, stavolta nella sua interezza, è il deludente Genova A Mano Armata). E poi vabbè sentire Merli beccarsi delle botte di “figgiu de na bagascia”, in colorito dialetto genovese, non ha prezzo.

Alcuni inseguimenti poi sono da brivido, l’adrenalina imperversa e giusto per non farsi mancare nulla, ecco coinvolti di nuovo i bambini, rimandandoci così alla figura di Gennarino, rimasto ucciso credo in Napoli Spara (o forse in Napoli Violenta, ora inizio a fare confusione).


Le musiche del grande Franco Micalizzi, sono ovviamente un altro valore aggiunto e non è un caso che un certo Tarantino (che guarda caso non ha mai fatto mistero di adorare questo genere), ha ripreso proprio questo motivo sonoro in una delle scene finali del suo Death Proof.

Sorvoliamo su qualche prestazione recitativa non esattamente all’altezza (non dispiace per contro quella di Saxon, nei panni di Albertelli) e su qualche episodio sdolcinato che ci sta come l’ortica sulla carta igienica, ma chissenefrega, sono dettagli irrilevanti, perché non serve sprecare ulteriori parole per questo granderrimo capolavoro, serve solo che lo andiate a vedere…e pure di corsa.

Due parole in realtà le voglio ancora spendere per il meraviglioso finale.

ATTENZIONE SPOILER

Già perché alla fine uno pensa a come Betti anche stavolta ce l’abbia fatta e sia pronto ad inzuppare il biscottone, ma il nostro caro amico Girolami si ricorda che magari l’indomani un Di Leo qualsiasi potrebbe ingaggiare Merli per un ipotetico Firenze Si Incazza e ci regala quella raffica di piombo in Corso Aurelio Saffi, che va a comporre uno dei finale più belli presenti nella categoria.

Applausi, solamente Applausi.

Giudizio complessivo: 10
Enjoy,


Luca Rait



Film Completo






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