ACAB - All Cops Are Bastards



Regia: Stefano Sollima

Trama iniziale

Nel corpo della Polizia dello Stato esiste un reparto specifico, ben lontano dalle scrivanie, la Celere, che si occupa di interventi urgenti o di pubblica utilità. A tutti gli effetti quindi sono il braccio armato della Repubblica e operano in situazioni anche sensibili quali sgombero di abitazioni comunali, controllo della sicurezza nei centri di accoglienza e, più comunemente, allo stadio per sedare gli animi dei tifosi violenti.

Nel reparto vige un forte spirito di appartenenza, unito a un deviato senso di fratellanza. D'altronde, come viene ribadito nell'interrogatorio di Cobra (Pierfrancesco Favino), quando scoppia il caos e il tuo unico pensiero diventa quello di portare a casa la pellaccia, i tuoi colleghi sono gli unici su cui puoi fare affidamento.

Conosciamo così alcuni suoi membri, chi alle prime esperienze chi in servizio da decenni, e le loro rispettive storie, più che altro grane di difficile risoluzione. Di conseguenza i più anziani porranno grande attenzione alla maturazione del nuovo arrivato, proprio quando la situazione a Roma sta diventando esplosiva causa i sempre più frequenti episodi di violenza gratuita, anche nei confronti dei residenti clandestini..



Recensione critica



L'Italia c'è.

Questo mi viene da dire ai titoli di coda della pellicola. Finalmente un prodotto originale, attuale, ma sopratutto valido e ben costruito. Grande merito quindi va al regista, già apprezzato dietro la macchina da presa di Romanzo Criminale, qui al suo primo lungometraggio. Di chiare origini romane, rende la sua città l'ambientazione perfetta. Devo ancora recuperarlo, rimedierò a breve, ma dovrebbe sulla carta risultare ancor migliore il suo ultimo Suburra, sui poteri occulti e non che attanagliano e strozzano la nostra capitale. In ACAB - All Cops Are Bastards si misurano invece gli effetti che questa corruzione produce: la guerra fra poveri, il degrado morale e materiale, la fiducia nelle istituzioni ormai ai minimi termini, e molti altri temi scottanti..

Il piglio che Sollima ha impresso a questo film mi ha davvero impressionato. Il ritmo parte subito bene, si inizia senza troppe spiegazioni a presentare i personaggi e già nel vivo della loro routine quotidiana. Le inquadrature restituiscono pienamente le sensazioni che si respirerebbero in quelle situazioni adrenaliniche, sorprendendo pure per chiarezza: un sacco di altri film per le stesse scene avrebbero creato una confusione assurda (mi sovviene alla mente il tamarrissimo Gamer).

Impeccabili le interpretazioni tutte rigorosamente made in Rome, che ispirano proprio autenticità. Curioso constatare le trasformazioni di Favino, passato dal mieloso Baciami Ancora, alle produzioni internazionali come Angeli E Demoni, Rush e Marco Polo, fino ad arrivare al suo nuovo ruolo da novello Banderas per gli spot Barilla

Per quanto detto finora e per il tema trattato, visto che anche qui ci troviamo dalla prospettiva delle forze dell'ordine, mi ha ricordato fortemente il capolavoro di José Padilha, Tropa De Elite - Gli Squadroni Della MorteAnche come valutazione si avvicina molto alla pellicola brasiliana, è mancato giusto un tocco poetico che lì invece era presente tramite l'uso di una convincente voce narrante. E se in quello le canzoni di strada ti accompagnavano in un tour virtuale di Rio De Janeiro, qui l'immersione è garantita da una parlata strettamente romanesca, che a momenti segui con difficoltà. E sappi che almeno una volta, finito il film, canticchierai anche tu il ritornello "Ce-lerii-no figlio di puttana! Cee-lerii-noo figlio di puttanaaa!!"


Consigliato a chi è alla ricerca di uno spaccato della società più degradata della nostra capitale; sconsigliatissimo a chi non capisce un tubo di dialetto romano: qui la parlata è spiccia e senza scampo per i forestieri.


Giudizio complessivo: 7.7

Buona visione e alla prossima,

Bikefriendly




Trailer (per una volta davvero BEN REALIZZATO!)




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