The Strangers: Prey at Night


Regia: Johannes Roberts


Discreto filmetto che avrebbe potuto essere anche sufficiente se non si trattasse di un sequel di qualcosa di già visto, che a sua volta (pur non essendo un sequel) non era certo qualcosa di estremamente originale.

Per farla breve, ci si trova davanti ad una famiglia che, durante il pernottamento in una specie di campeggio, viene assalita da 3 individui mascherati che faranno di tutto per toglierli di mezzo.

Il fatto che compaia nelle prime battute la frase “basato su una storia vera” aggiunge tuttavia un po’ di pepe alla vicenda, parandosi anche un po’ il posteriore in caso di eventi che potrebbero non soddisfare appieno lo spettatore.

I personaggi designati questa volta per soddisfare la voglia di sangue degli assalitori non appaiono particolarmente interessanti (fatta esclusione per la sempre bella Christina Hendricks) e non consentono di entrare in grande empatia con loro, tanto che in fin dei conti non dico che fai il tifo per i “cattivi” (pure loro tra l’altro non sembrano i migliori villains visti sullo schermo), ma comunque non arriveresti a strapparti i capelli per un’eventuale massacro generale. Quella che tenta di salvarsi, anche a livello prestazionale, è la giovane ragazza, decisamente odiosa nella fase iniziale (nonostante una canotta dei Ramones che le fa guadagnare qualche punto), più interessante nella seconda parte.


I dialoghi non appaiono certo come la parte migliore della pellicola, anzi nella prima mezz’ora sono davvero insulsi, tanto che ben presto ci si incomincia a chiedere che cazz aspettino ad entrare in scena gli antagonisti della unhappy family. E nel momento che lo fanno, vista anche la location in cui è ambientata la faccenda, si intuisce che il concetto di classico home invasion verrà presto abbandonato, in favore di uno slasher a campo aperto con alcuni momenti che comunque richiamano al sottogenere protagonista del film del 2007, anche perché quei babbi spesso fanno l’errore di chiudersi all’interno dei caravan, chiamandosi i nemici letteralmente addosso.


Le fasi della caccia sono in alcuni frangenti piuttosto interessanti, generando una tensione piuttosto palpabile, grazie anche alla presenza delle maschere, che nei film horror ci stanno sempre bene e che pure qui la fanno da protagoniste. Peccato però che nei momenti di scontro e di lotta corpo a corpo si evidenzia una certa goffezza a tratti imbarazzante e si ravvisa pure uno scarso tasso gore, poiché nonostante i diversi ferimenti, uccisioni e quant’altro effettivamente si vede poco e in film come questi è bene che venga mostrato qualcosa in più all’appassionato (prendere come esempio Terrifier).


Apprezzata l’idea, comune al primo film, delle scarse (per non dire inesistenti) motivazioni che spingono i ragazzi a giocare a “facciamo fuori chi ci capita davanti” e quel “Perché no?” risposto dalla ragazza in punto di morte alla domanda sul perché stessero facendo tutto questo, rimane impresso.

Meno apprezzata invece la risoluzione del conflitto finale, che appare un po’ forzata e poco credibile in tutte le sue ultime fasi (roba che se c’ero io sarei morto almeno 15 volte sia che fossi l’uno o l’altro dei contendenti), mentre l’ultima scena c’è perché era giusto che ci fosse, sebbene un po’ scontata, ma chiamata dagli eventi.


In conclusione si tratta di un discreto intrattenimento, dura poco e non annoia e ti fa passare la serata piuttosto dignitosamente, ma per il resto non rimane molto.

Giudizio complessivo: 5.5
Enjoy,






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