Quella Casa Nel Bosco


Regia: Drew Goddard


Che spettacolo, eccovi qui un superconcentrato del cinema horror racchiuso in poco più di un’ora e mezza.

Film originale, godibile e divertente, sapientemente studiato e diretto da Drew Goddard che qui indubbiamente ha fatto centro. E la cosa non deve sorprendere perché, d’accordo che se si guarda la sua filmografia “da regista” la ricerca ci da meno risultati di quelli ottenuti digitando “Champions League vinte dal Benevento”, ma se si va a vedere dove ha messo lo zampino in qualità di sceneggiatore spunta fuori la candidatura all’Oscar per The Martian, senza poi scordare l’esordio in Cloverfield (che, pur non essendo un capolavoro indimenticabile, qualcosina da dire ce l’ha).

In un primo momento la trama appare piuttosto scontata con il solito gruppo di coglioni che se va in qualche casa di campagna in cerca di sballo, sesso e morte certa (e brutale perché no?). Il tutto viene condito con le tipiche banalità di contorno (es. cellulari che non prendono), che all’inizio fanno pure storcere un po’ il naso, pensando di trovarsi di fronte all’ennesima teen cagata.


SPOILER Ma ben presto vengono svelate le carte (forse con un po’ troppo anticipo si potrebbe quasi pensare), lanciandoci all’interno del sadico gioco (o extreme reality show chiamatelo come volete) di cui i protagonisti si ritrovano essere i protagonisti FINE SPOILER.

Già dai primi momenti si capisce che a Goddard non dispiacciono le citazioni illustri, catapultandoci subito nell’atmosfera Raimiana di Evil Dead con tanto di scantinato invitamostri e bosco intorno alla casa da cui sono pronte ad intervenire le pedine messe al servizio di chi ha ideato tutto ciò, per poi spostarci verso un più geometrico Cube (molto bella a proposito la scena in cui vengono brevemente inquadrati tutti gli altri cubi con i villain non scelti per l’occasione). Non mancano poi altre citazioni e parodie disseminate qui e là, che conducono infine verso un’esasperazione del concetto di reality show, anch’esso sviscerato in più di una pellicola, ma mai forse in maniera così spinta.


Quando infatti si aprono le gabbie, abbiamo un vero e proprio trionfo di violenza e splatter, con un gioco al massacro scatenato da un tutti contro tutti che genera una quantità di sangue e cadaveri che, in così poco tempo, raramente si è visto. L’infuriare della battaglia si fa poi apprezzare anche per la grande e fantasiosa varietà degli attori scesi in campo, decisamente ben realizzati nonostante un inevitabile abuso della computer grafica.


Il gruppo dei ragazzi protagonisti è ben assortito (anzi diciamo meglio assortito che in altre occasioni, giusto per non esagerare), con la zoccola (che si vede subito che ha doti notevoli), l’intellettuale, lo sportivo, il fattone e la rossa (che subito ero sicuro di aver visto da qualche parte, ricordandomela poi presente nell’ottimo The Bay) e nel complesso non dispiacciono, così come il capo della baracca, sempre in bilico tra cinismo e black humor che spesso funziona.

Forse con la faccenda degli Antichi (che contribuisce a fornire un’impronta Lovecraftiana alla storia), Goddard la fa un poco fuori dal vaso, anche perché poi probabilmente non sarebbero servite troppe spiegazioni, visto comunque lo spirito da “non mi prendo troppo sul serio” verso cui strizza l’occhio in più di una circostanza. Ma la manona finale con annessa musicaccia di accompagnamento chiude bene il tutto.

Giudizio complessivo: 7.7
Enjoy,






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