Sono Tornato


Regia: Luca Miniero

Cosa succederebbe se dal cielo di una calda giornata estiva della capitale piombasse improvvisamente il Duce, più incazzato e rivoluzionario che mai?

È questa la domanda che Luca Miniero & Co. si pongono, prendendo spunto (o scopiazzando) dal film made in Germany Lui È Tornato (che, devo ammetterlo, devo ancora vedere), cambiando ovviamente il protagonista dal peloso Führer al più glabro Benito (un po’ come nel francese Cena Tra Amici e il suo remake italiano Il Nome Del Figlio).

Il risultato, per i gusti del sottoscritto ovviamente, è pienamente riuscito, perché partendo dalla farsa in stile Fascisti Su Marte intrisa di battute politically incorrect su immigrati, mass media e orientamenti sessuali si arriva ad un finale che critica aspramente la nostra società e che ci lascia presagire il fatidico dilemma: quindi potrebbe riaccadere?


L’unione tra finzione filmica e reali (?) filmati di interviste alla plebe con insulti verso gli immigrati che manco in una puntata di Quinta Colonna, funziona e le scene dove interagiscono persone per la strada (tra cui tantissimi extracomunitari con braccio destro alzato) con il Duce sono veramente esilaranti.

La punta di diamante della pellicola, però, non è la trama né la regia, ma la recitazione dell’attore protagonista, il magistrale Massimo Popolizio, sottovalutatissimo attore teatrale (e purtroppo poco cinematografico) genovese che qui regala un’interpretazione maiuscola, grottescamente divertente, che probabilmente gli aprirà la strada ad una florida carriera cinematografica (e in un periodo in cui si attira la gente al cinema mettendo in un film Rovazzi ci servirebbe un leone da palcoscenico come Popolizio davanti alla macchina da presa).

A fare da spalla, il simpatico e (chiedo venia a tutti i critici seri della settima arte per ciò che sto per dire) bravo Frank Matano, il quale non delude nella parte di un filmmaker in cerca del successo.

La coppia Popolizio-Matano, a essere sincero, mi è piaciuta particolarmente, perché la recitazione completamente agli antipodi dei due (Popolizio giganteggia in maniera istrionica ricordando Gassman mentre Matano si sforza in ogni modo per recitare bene) è fantastica e l’accoppiata che esce fuori risulta comica già dai primi dialoghi (ok che anche nel Vegetale c’era il non attore Rovazzi e l’attorone Zingaretti, ma Rovazzi è sicuramente più fastidioso del più stralunato Matano e, scusate fan di Montalbano, Zingaretti non è Popolizio).


Alcuni dialoghi e alcune frasi sono da scriversele su di un taccuino e poi farsele tatuare sull’avambraccio (“Perché vi spaventa il silenzio?” chiede il Duce di fronte alla platea di uno show televisivo dopo minuti di silenzio, paragonato al malore di Andreotti dalla Perego) ma non per l’essenza della frase in sé, che per l’amor di Dio alcune son belle, ma per come cazzo sono recitate bene da Popolizio.

Il finale, veramente grottesco, ci mostra come noi pubblico (quindi, italiani) abbiamo sostenuto per tutto il film il personaggio di Mussolini per il suo carisma e ci si rende conto come un uomo con tale carisma possa essere votato, come quando in un film di supereroi tifi per l’antagonista, senza però dimenticare che questo non è un personaggio di un fumetto di Stan Lee….

IDEA GENIALE RIPRESA DAI CUGINI DI BERLINO CHE SATIRIZZA SUI PROBLEMI D’OGGIGIORNO DELL’ITALIA (ma anche dell’Europa in generale) CHE DOPO 70 MINUTI DI CINICHE RISATE SI ARRIVA AD UN FINALE (che cita implicitamente C’è posta per te) CHE CI FA RIFLETTERE SU CHI DOBBIAMO VOTARE PER AFFIDARE IL NOSTRO PAESE.

GIÀ DETTO, MA LO RIPETO, MONUMENTALE POPOLIZIO.

Giudizio complessivo: 8.5
Buona visione,





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