Morto Stalin, Se Ne Fa Un Altro



Regia: Armando Iannucci


Ecco che, per la prima volta, faccio una recensione di un film appena uscito al cinema tralasciando (ma solo per oggi) il mio genere cinematografico preferito: quello delle suore tettone contro i nazisti umanoidi dell’Illinois!

Il film in questione, Morto Stalin Se Ne Fa Un Altro (titolo italiano per una volta azzeccatissimo vista l’atmosfera della pellicola; in originale è il più sobrio The Death Of Stalin), dal trailer potrebbe sembrare una divertente parodia Anni 80 in stile ZAZ o Landis e invece, passata la prima mezz’ora abbastanza comica, si trasforma in una cinissima commedia nera sotto l’ombra del Cremlino con protagonisti personaggi grotteschi che si sfidano ad una partita a scacchi composta da rapimenti, uccisioni a sangue freddo, tradimenti, roghi a cielo aperto….

La storia ruota attorno alle ore pre & (soprattutto) post mortem del leader supremo dell’Unione Sovietica Iosif Stalin, deceduto nel marzo del ’53, e delle numerose follie scaturite all’interno dei palazzi reali dopo tale notizia.


Cercando di rispettare al massimo le vicende storiche, il regista e sceneggiatore Armando Iannucci (scozzese di nascita ma originario di Napoli) coglie appieno l’occasione di beffarsi di una misteriosa pagina di storia moderna realizzando un perfetto esempio di quella che viene chiamata “satira politica”, servendosi di un cast fatto di comici e non e creando, già dai primissimi minuti, un’atmosfera di paura generale nei cittadini che fa sorridere a denti stretti ma che fa, in primis, riflettere su che cosa può fare l’uomo avendo un briciolo di potere (“State tranquilli, nessuno verrà ucciso….forse” come avvisa il direttore radiofonico alla platea nella scena d’apertura del film).

Dopo la morte del leader, però, tutti coloro che vivevano a stretto contatto con Lui (figli, primi ministri, generali…) si ritrovano completamente spaesati e alcuni di loro capiscono che è proprio quello il momento giusto per fare qualche sgambetto a possibili nemici, così da creare un divertente The Hateful Eight in versione moscovita.


Ovviamente, per rispettare il più possibile la verità storica, il regista non si abbandona troppo a gag demenziali ma l’umorismo nasce soprattutto grazie a dialoghi surreali e battute pungenti che non fanno sbraitare il pubblico come un Checco Zalone che mette le mani nel culo di un elefante ma che fanno sorridere cinicamente il pubblico di una certa classe sociale elevata (di cui, porca puttana, non faccio parte).

Esilarante la sequenza nella quale tutti circondano il corpo esanime di Stalin ormai colmo delle proprie urine perse durante il malore e il successivo spostamento della salma.

Dopo 60 minuti il ritmo perde un po’ il mordente iniziale, per poi rialzarsi nel movimentato e grottesco finale.

Ciliegina sulla torta è il cast (da urlo): Steve Buscemi (irriconoscibile) nel ruolo del “buon” Kruščëv, il vecchio leone del teatro londinese Simon Russell Beale nel ruolo del depravato Berija (la pecora nerissima del gregge), l’ex Monty Phyton Michael Palin nel ruolo di Molotov (colui che diede il nome al famoso ordigno incendiario usato come gavettone alle feste rumene), Jason Isaacs interpreta il generale “pallone gonfiato” Žukov con tanto di sfregio sulla faccia e, per finire, l’irresistibile Jeffrey Tambor (il padre di Alan in Una Notte da Leoni) nel ruolo di Georgij Malenkov, personaggio stupidamente stereotipo che regala le battute migliori.


SATIRICA BLACK COMEDY VISIBILMENTE MADE IN UK CHE METTE ALLA BERLINA (ovviamente non rispettando pedissequamente gli avvenimenti accaduti) I RETROSCENA DEI MURI DEL CREMLINO. OTTIMO IL CAST.

CONSIGLIATO A QUELLI CHE VOGLIONO RIDERE INTELLIGENTEMENTE E CHE FANNO PARTE DELL’ALTA BORGHESIA ALLA BUÑUEL.

SCONSIGLIATO AI GIOVANI.

Giudizio complessivo: 8
Buona visione,






Trailer



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