Auguri Per La Tua Morte


Regia: Christopher Landon

Oh, ci sarà mica scappato il filmone questa volta?

Forse mi rendo conto di esagerare un po’ ma, considerate le aspettative non esattamente elevatissime, sono rimasto assolutamente sorpreso (in senso positivo chiaramente) da questo “Happy Death Day” o “Auguri Per La Tua Morte” se preferite”.

E averlo visto nel giorno del mio compleanno indubbiamente ha aggiunto quel quid in più, tenendo poi conto che non mi ha ucciso nessuno e che mi sono svegliato il giorno dopo piuttosto tranquillamente (anche se in realtà era venerdì 17, ma vabbè).

Il tema del loop temporale diciamo che non è proprio una novità assoluta; già era presente in film piuttosto famosi che non sto a citare, dato che ci pensano già i protagonisti a farlo, e in altri meno famosi, come ad esempio l’ottimo Triangle, decisamente snobbato dai più, anche se assolutamente interessante. Ma l’aver introdotto questa tematica all’interno del contesto studentesco è stata un abile mossa, che consente di distinguere il film da un semplice horror universitario (francamente ne abbiamo visti a centinaia e, senza un qualche diversivo, il rischio banalità era dietro l’angolo).


I punti a favore sono molteplici, a partire dal poster di "Essi Vivono” appeso nella stanza del risveglio; sarà pure una minchiata, ma per i fan del maestro Carpenter è sempre un bel vedere.

La protagonista, tale Jessica Rothe, si lascia guardare con piacere e il suo atteggiamento, quantomeno iniziale, da superzoccola le fa guadagnare diverso credito; ma pure le sue qualità recitative soddisfano pienamente le aspettative, fattore non così frequente in questo tipo di prodotti.


Il comparto tecnico è di buon livello e il regista (tale Christopher Landon), dopo il tonfo dell’ennesimo Paranormal Activity e la ripresa col Scouts Guide To The Zombie Apocalypse, è riuscito a garantire una prestazione più che soddisfacente, riuscendo oltretutto a generare e a mantenere sempre vivo l’interesse per la vicenda ivi narrata.

La presenza del killer con la maschera è un cliché ampiamente sfruttato nel panorama horror; di maschere se ne sono viste in abbondanza e di tutti i tipi, più o meno riuscite, e questa qui diciamo che si posiziona a centro classifica con qualche ambizione di qualificazione ai preliminari di Europa League.


Le musiche sono intriganti e si abbinano bene agli eventi (cito per esempio l’episodio di quando lei tenta di fuggire dall’ospedale), il ritmo è sostenuto e non consente pause arrivando a fine visione in un attimo e non si avvertono clamorosi buchi di sceneggiatura (e quando si parla di loop temporali bisogna sempre fare attenzione a questo particolare).

In mezzo a tutto ciò vengono pure infilati alcuni risvolti psicologici che vengono stoppati al momento giusto, perché lo spirito del film fondamentalmente è piuttosto cazzarone e poco serio, come viene testimoniato anche da alcune battute sparse qui e là e dallo scherzone finale, veramente da codice penale.


Risulta quindi difficile trovare qualcosa fuori posto, forse giusto il movente infantile che spinge il temibile killer a tentare di uccidere la tizia in tutti i modi possibili, ma per il resto direi che la missione è compiuta al 100%.

I figherrimi titoli di coda chiudono alla perfezione un film che ho trovato assolutamente brillante.

Giudizio complessivo: 7.8
Enjoy,





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