The Conjuring - Il Caso Enfield


Regia: James Wan


Dunque l’attesa per questo secondo episodio della “presunta” lunga serie legata ai nostri amici Ed e Lorraine Warren era molta, anche perché ero fresco di visione del Primo Conjuring, film che avevo gradito molto.

L’idea che al comando di tutta la baracca ci sia nuovamente James Wan è stato uno dei motivi che mi ha spinto alla visione di questo sequel, che poi in fin dei conti tanto sequel non è, dal momento che la storia, pur restando sostanzialmente simile nei contenuti, narra le vicissitudini patite da un’altra famiglia (gli Enfield), alla quale i due coniugi (che nella vita probabilmente hanno visto più fantasmi che persone in carne ed ossa) si son visti costretti a fare visita, nonostante si fossero ripromessi, dopo gli ultimi avvenimenti in cui erano rimasti coinvolti, di farsi da lì in poi una bella barcata di cazzi propri, anziché andare ad infastidire spiritelli dispettosi.



Come accennavo prima, Wan resta una garanzia, soprattutto per l’apparato tecnico che regge tutta la faccenda. La valutazione positiva del film infatti è legata per la maggior parte a quest’aspetto.

Il regista riesce infatti a sfoderare ancora una volta un prodotto eccezionale, con una scenografia brillante che si avvale dell’ottima ricostruzione di questa casa londinese anni ’70, una fotografia ineccepibile e i soliti trucchetti (classici, ma ben sfruttati), volti a generare una discreta tensione culminante in alcuni episodi sufficientemente spaventevoli (scommetterei, a tal proposito, almeno 5 euri che qualcuno dopo il primo “E’ casa mia” se l’è fatta sotto 😆).

Alcune scene poi sono veramente d’effetto, come per esempio quella della ragazzina sotto le coperte, oppure quella di Lorraine in casa, dove viene a conoscenza dell’ottimo Valak, convincentemente mascherato per metà da suora e per metà da Marilyn Manson (Suor Marilyn i miei omaggi 😉).



Le recitazioni sono pure discrete, con menzione particolare per la ragazzina protagonista suo malgrado della storia, molto ben interpretata da tale Madison Wolfe e le musiche azzeccate (ricordo tra l’altro una sempre ben accetta London Calling verso l’inizio).



Tutto bene quindi, la tavola sembrerebbe apparecchiata per un filmone o quantomeno per un prodotto degno del primo lavoro, ed invece NO.

Purtroppo infatti vi sono aspetti negativi che condizionano, a mio avviso, questo The Conjuring – Il caso Enfield.

Per prima cosa il film si dilunga davvero troppo; 2 ore (e forse pure qualcosina in più) sono oggettivamente molte per un horror, perché ci sono troppi tempi morti da riempire e non sempre è facile farlo con qualcosa che non faccia scemare troppo l’interesse dello spettatore. Ed infatti, principalmente nella parte centrale quando i coniugi Warren arrivano nella residenza della famiglia Enfield, cominciano ad avvertirsi i primi sintomi di abbiocco, causati appunto da una scelta (non so quanto voluta) di dilatare i tempi, inserendo scene francamente poco utili al contesto in cui ci stiamo trovando.

Si ha poi la sensazione che tutto sia più forzato rispetto al primo Conjuring, dove invece le apparizioni e le scene clou insomma, erano più fluide e meno telefonate, così come i dialoghi che a volte qui sembrano essere stati messi esclusivamente per riempire un momento di vuoto.

Il finale, come già mi era capitato di rimarcare nel precedente episodio, l’avrei preferito un po’ più “cattivo”, ma d’altronde, mi ripeto, trattandosi di eventi ispirati a storie realmente accadute, forse più di così non si poteva fare, senza cadere nel ridicolo.

Bella invece la parte dei titoli di coda che anche qui riportano il parallelo tra i veri protagonisti della vicenda e coloro i quali sono stati chiamati ad interpretarla sul grande schermo, con foto e reperti d’epoca (non male a proposito sentire la vera voce della ragazzina) che contribuiscono a ricordarvi che, se stanotte sentite dei rumori intorno alla vostra camera, potrebbe tranquillamente essere uno spiffero di vento, oppure no chissà…

Detto ciò il film vale una sufficienza abbondante, che mi fa però temere per la realizzazione del terzo capitolo, che credo arriverà tra non molto.

Wan, bisogna rialzare la testa e non sedersi troppo su quanto di buono fatto in passato!

Giudizio complessivo: 6.8
Enjoy,


Luca Rait


Trailer



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