Deutschland 83


Regia: Edward Berger, Samira Radsi


Mi sono imbattuto in questa serie quasi per caso, grazie al suggerimento di un’amica. Bene, se siete amanti della Ostalgie e di tutto quello che riguarda la storia della DDR, questa è la serie che fa per voi.

Germania, 1983, come recita chiaramente il titolo. Martin è una giovane guardia di confine della DDR, dall’ottima disciplina e con i valori del regime ben inculcati in testa, come la maggior parte dei suoi coetanei. La zia, che lavora per i servizi segreti (la Stasi non viene mai citata direttamente), come un fulmine a ciel sereno lo mette davanti ad una scelta improvvisa che cambierà la sua vita. Diventare una spia, nell’Ovest. Martin non può rinunciare, soprattutto dopo aver ricevuto la promessa che la mamma, in attesa di un trapianto di reni, verrà inserita in una lista prioritaria se lui accetterà l’offerta. 

Piccola divagazione tecnica: la mamma di Martin è interpretata dall’attrice che interpreta Andrea nella serie Squadra Speciale Cobra 11.

Da questo episodio iniziale parte lo sviluppo della serie, che viaggerà su due binari paralleli. Da una parte la vicenda di Martin, dall’altra l’intreccio delle storie dei personaggi che gli ruotano intorno. 

Ambientazioni, costumi e location sono da 4 stelle, tutto è curato nei minimi dettagli e portano lo spettatore indietro al 1983, grazie anche ad una colonna sonora superlativa. Sì, i 99 luftballons di Nena ci sono, ma sono solo l’inizio di una lunga serie di pietre miliari della musica anni ’80, compresa qualche chicca made in Deutschland, roba da walkman col volume a manetta.

Se la scrittura della vicenda di Martin è avvincente e tiene lo spettatore incollato alla tv, non lo è altrettanto quella delle storie parallele, troppo vicine alle soap tedesche della peggior specie, per allungare il brodo sarebbe stato meglio altro. Un piccolo neo però perdonabile, per un prodotto davvero riuscito a mio avviso. La tensione a tratti è palpabile, anche se sappiamo che non ci fu mai nessun attacco nucleare sovietico.

Recitazione ad alti livelli quasi per tutti i protagonisti, mentre c’è qualche incongruenza storica, immagino per necessità di copione. Belle ed intense le scene all’interno dei palazzi del potere della DDR, nelle quali lo spettatore può notare il livello quasi folle di lavaggio del cervello al quale venivano sottoposti i funzionari statali.

Da segnalare parecchi dettagli molto curati, come il trionfo di colori (volutamente esagerato) del primo supermercato occidentale visitato dal protagonista, che per la prima volta si trova davanti qualcosa di diverso dal grigio della sua quotidianità al di là della cortina di ferro, o l’impossibilità dei funzionari dell’Est di leggere un floppy disc da 5”25, causa embargo dai paesi occidentali.

La produzione ha avuto il via libera per la seconda stagione, Deutschland 86, che potrebbe far parte di una trilogia che si concluderebbe con Deutschland 89, ipotizzata ma non ancora confermata.

Giudizio complessivo: 8
Buona visione,

Stefano Bertuccioli




Trailer



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