Baby Blues




Regia: Amar Kalebra, Lars Jacobson

Baby Blues 

Dopo il parto, molte neomamme attraversano un momento di tristezza - si parla di baby blues - o vanno incontro a forme depressive che possono avere vari livelli di gravità, da forme più lievi alla grave psicosi post parto
Baby Blues, un film “basato su fatti realmente accaduti”, mooolto basato, nel senso che la storia narra di una madre mentalmente instabile che passa il suo tempo a cercare di accoppare i propri figli.

Di storie così ahimè ne leggiamo purtroppo tante nelle cronache dei giornali di tutto il mondo, per questo ribadiamo il “mooolto basato”, dato che sul web viene accostato ai delitti di Andrea Yates che fece fuori i propri figli annegandoli nella vasca da bagno. “Avevano satana in corpo” dichiarò quella rincoglionita, spezzando 5 giovani vite.

Ma diamo un occhiata anche al resto, la recitazione della “madre che tutti i figli vorrebbero avere” impersonata da Coolen Porch è ottima: occhi di fuori, sottile bava alla bocca, smorfie omicide, insomma il meglio che un uomo vorrebbe avere dalla sua compagna è abbondantemente espresso dalla recitazione della giovane e molto bella attrice.

Anche la recitazione del bimbo (Ridge Canipe) protagonista ben studiata e credibile, la tensione rimane alta, anche se è ben chiaro fin dall’inizio cosa accadrà, e poi il finale…

Ecco, forse il finale è poco credibile, ma anche quello è dovuto a una falsa o fantasiosa interpretazione del caso reale a cui è stata ispirata la pellicola.

Consigliato da vedere in casa con la propria madre.

Spoilerone 




Alla fine del film, il padre del ragazzino, seduto ad un tavolo, dà al figlio la stupenda notizia che la madre, che fino a qualche settimana prima cercava di farlo a fette, tornerà presto a casa, dato che i giudici le hanno diagnosticato una forte sindrome di stress post-partum, imputando a quest’ultimo malessere la sua follia, ed in più è incinta…

Nel film non si sentono, ma in quel momento le palle del ragazzino si son staccate dal corpo e son cadute per terra, rotolando attraverso tutta la stanza fino alla porta d’ingresso della sala.

Ciò è poco credibile, dato che in ogni caso la donna ha fatto fuori 3 bambini e cercato di massacrare il 4°, nessun giudice al mondo a meno che non sia sotto lsd, concederebbe una libertà di questo genere.

Cosa accadde in realtà?

Nel vero caso, il processo finito con una pesante condanna per la madre omicida, rischiò di saltare per un cavillo burocratico, ovvero un testimone sembrò per un periodo “non attendibile”, e gli avvocati della donna si attaccarono a questo cavillo facendo rischiare di dover ripetere il processo. Qui l’articolo: 


http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/01_Gennaio/06/yates.shtml

Alla fine fortunatamente non accadde nulla, ma in ogni caso credo che nessun giudice avrebbe rispedito quella madre a casa col figlio, l’avrebbe comunque lasciata in galera fino al termine del nuovo processo.


Trailer




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