The Final Girls



Regia: Todd Strauss-Schulson



The Final Girls alla fine si potrebbe definire come una sorta di commedia horror pseudodemenziale, che strizza l’occhio allo slasher e che si dimostra essere una gran bella trovata, o per lo meno qualcosa di un po’ originale viste le porcherie che girano di sti tempi.

Malin Akerman
Chiaro è fin da subito che la supermamma (ovvero la bellissima Malin Akerman) si prende immediatamente il palcoscenico e non lo molla fino alla fine, ma è proprio l’idea del film nel film e il fatto che non possano abbandonarlo che incuriosisce parecchio, aggiungendo un po’ di pepe a quello che sarebbe un banale slasher con il solito villain di turno. Molto bello a proposito anche il ritorno nell’estate del 1957, con tanto di scavalcamento della scritta e visione in bianco e nero della realtà da parte dei protagonisti.

Qualche battuta divertente la si incontra (però qualcosina in più era lecito aspettarsi), così come qualche coglionaggine di troppo seppur funzionale alla vicenda (insopportabile inizialmente il demente che ci prova con tutte, bellissima però poi la sua fuoriuscita dall’auto in posizione ottimale e i suoi 'behind the scenes', è chiaro che deve essere un discreto personaggio nella vita reale).

La storia del bambino vittima dei bulli che poi cerca vendetta non è niente di nuovo ed anche la figura del Billy cattivo non è che convinca molto (in pratica sfigato era e sfigato è rimasto). Questo risulta essere uno dei principali difetti del film, unitamente ai troppi momenti di lacrime che si vengono a creare tra la ragazza e sua madre e che stonano con lo spirito tendenzialmente cazzarone della vicenda.

In ogni caso diverse scene più o meno riuscite (apprezzabile in particolare quella in slow motion) ci conducono fino al giro di boa quando, dopo più di metà, la sensazione che il finale sarà l’ago della bilancia e che influirà in maniera sostanziale sulla valutazione, si fa strada. E infatti un finale che mi piace definire geniale, data la mia predilezione per queste cagate, sta proprio a confermare la validità del prodotto.

Lasciamo per cui perdere sia uno sviluppo della vicenda un po’ traballante e in alcuni tratti grottesco, sia pure un combattimento finale un po’ forzato, che tuttavia  non si prende troppo sul serio, come evidenziato dalla scivolata della ragazza in stile limbo per evitare la minaccia, e quindi alla fine ci sta.


Per cui, pur non trattandosi in fin dei conti di un capolavoro da Oscar e considerando che dura il giusto, diverte, scorre via rapido e offre un buon intrattenimento, grazie anche ad una prova recitativa che non dispiace e ad un atteggiamento di omaggio/presa per il culo per un filone cinematografico che ha sfornato gran quantità di film tra anni 80 e primi 90, si guadagna una valutazione decisamente positiva, che mi spinge a consigliarlo.

In mezzo a tanta monnezza, ogni tanto si respira un po’ d’aria fresca.


Giudizio complessivo: 7

Buona visione e alla prossima,

Luca Rait




Trailer




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