Jessica Jones


  • Autore: Melissa Rosenberg
  • Stagioni: 1
  • Periodo: 2015 - in corso
  • Episodi: 13 da ~ 50 min
  • Tempo totale di visione: ~ 12 ore

Recensione spoilerosa

Da uno dei personaggi Marvel più recenti, nato solo nel 2001, ecco che Netflix ritorna nel Marvel Cinematic Universe per gettare ulteriori basi ai fini del progetto The Defenders. Una sorta di trasposizione degli Avengers su piccolo schermo, con però eroi di taglio comune quali Daredevil, Jessica Jones appunto, Luke Cage e Iron Fist. Se del penultimo facciamo abbontante conoscenza già in questa serie, Iron Fist al momento non si è ancora visto.

Ma chi è Jessica Jones? Di professione un'investigatrice privata, a suo dire "perché l'alcool costa", ha un passato che infatti scorderebbe volentieri: orfana di genitori e fratello in seguito a un tragico incidente stradale di cui lei è stata con-causa, si è ritrovata subito dopo in possesso di poteri sovrumani come superforza, con tutti i benefici che ne conseguono, e anche una guarigione rapida. Ma soprattutto deve fare i conti con una psiche distrutta da mesi e mesi di 'rapimento' sui generis ad opera di Killgrave. Costui infatti, grazie al suo potere in grado di controllare le menti, se ne è invaghito ed è riuscito a soggiogarla come sua schiava personale per un lungo periodo.



Qui inizia il racconto della serie, senza però conoscere nel dettaglio tutti questi elementi che infatti vengono piacevolmente dipanati a poco a poco. All'inizio ci imbattiamo soltanto in un'investigatrice dai molti problemi economici e psicologici, ed elemento dopo elemento andiamo a ricostruire il puzzle del suo passato, che tanto influenza le vicende attuali. Esempio banale il ricordo della scena in cui si allontana per la prima volta da Killgrave, ogni volta che riaffiora alla memoria viene aggiunto qualche fotogramma a ritroso.


La protagonista dunque non possiede quel desiderio che anima invece Matt Murdoch nel voler impiegare i suoi poteri a fin di bene, vista la situazione di criminalità del quartiere. Non che non ci abbia provato, l'eroina per qualche tempo ha provato a farla, ma chiaramente lei non è un tipo da costume e l'unico risultato che ha ottenuto è stato incontrare Killgrave, che tra l'altro le chiede "Qual'è il tuo nome da supereroe?" a cui risponde "Solo Jessica Jones".




Rispetto al predecessore Daredevil si prende meno sul serio, non di rado infatti càpitano battutine del tipo Jones: 'Ancora?', Cage: 'No, sono pieno', Jones (ammiccante): 'Non stavo parlando di cibo', o altri doppi sensi su quanto Luke sia dotato. Rispetto al Diavolo di Hell's Kitchen manca poi l'atmosfera epica con sottofondi potenti, in favore di un gusto noir che avrebbe molto senso se la serie fosse ambientata quasi sempre di notte, cosa che non succede. E infatti quella tipica musichetta l'ho trovata un po' fuoriluogo in alcune situazioni, ad esempio quando ritrovano il cadavere del suicida nel letto di Jessica, un tipico caso di situazione puramente drammatica. Compaiono poi due camei di personaggi già visti nella precedente: uno è il sergente Mahoney, l'altra è Rosario Dowson nella vesti dell'infermiera specializzata ormai nel salvataggio di supereroi.


Analizzando il ritmo impresso alla serie, ho rilevato una comprensibile lentezza iniziale, seguita da una parte centrale vero fulcro degli avvenimenti. Impossibile non cadere ammaliati dal fascino di Killgrave, un personaggio tanto potente quanto riuscito. Molto del merito va anche all'attore, David Tennant, che ci regala un'interpretazione da brividi. Una volta conosciuto il suo background e il suo obiettivo, non ho potuto fare altro che tifare per lui. Del resto, come si può dargli torto? :P



Una simile sensazione l'ho avuta guardando quella diarrea liquida di Cinquanta Sfumature Di Grigio, dove il protagonista, tanto vituperato dalla critica mondiale, è però secondo me la vera vittima incompresa. Parilamo infatti in entrambi i casi di un predatore ferito dall'amore che lo spinge a cambiare le sue abitudini ottenendo in cambio nient'altro che ritrosie. Forza, insultatemi quanto volete ma tanto non cambierò idea.

Krysten Ritter invece recita lo stesso ruolo che ha avuto in Lei È Troppo Per Me, e questo mi fa dubitare se sia davvero brava a svolgere il proprio lavoro o se la sua spiccata mascolinità rappresenti il suo reale carattere. Mi chiedo inoltre come possa essere sempre perfettamente truccata anche dopo aver dormito e come possa toccare letto così poco, spesso è una toccata e fuga. Bravi poi ad aver reclutato un'attrice incredibilmente somigliante per il personaggio giovanile di Jessica.



Di seguito un elenco di alcune incongruità/ punti lasciati in sospeso che ho rilevato durante la visione:
- perché Jessica non dice subito al poliziotto Simpson di rivolgersi all'avvocato Hogarth, dato che in quel periodo erano proprio alla ricerca di testimoni vittime di Killgrave?
- perché non ha pensato di utilizzare la regola delle 12 ore anche per il vicino drogato?
- perché, dopo la fallita impiccagione multipla, quando i presenti vengono interrogati, i poliziotti non sollevano un ciglio alla vista di evidenti segni attorno al collo?
- davvero lo spasmo di Cage era dovuto al troppo liquido cerebrale nel cranio, risolto con un prelievo a cazzo di cane dall'occhio e con una siringa? 




Consigliatissimo a chi sta apprezzando il progetto di Netflix e Marvel e non vuole perdersi le gesta del suo eroe di quartiere preferito; sconsigliato a chi cerca soltanto combattimenti tra poteri epici, qui siamo di fronte più una guerra psicologica.



Giudizio complessivo: 8.3

Buona visione e alla prossima,

Bikefriendly




Trailer




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